DOPING – NIENTE PARALIMPIADI PER MACCHI

Doping anche tra atleti disabili? Stando al deferimento di hollister co  Fabrizio Macchi da parte della Procura Antidoping del CONI più di hollister outlet qualche sospetto sembrerebbe esserci.

Fabrizio Macchi Doping

DOPING – L’INCHIESTA DI  PANORAMA

Pochi giorni fà è stato here a svelare che la Procura di Padova avrebbe  chiamato in causa una settantina di persone, tra cui proprio per la frequentazione del medico Michele Ferrari, già inibito dal CONI allo svolgimento della sua attività. Il Dott. Michele Ferrari sarebbe accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico e all’utilizzo di sostanze per il riciclaggio, evasione fiscale e contrabbando.
Ferrari sarebbe anche il medico coinvolto anche nella brutta storia di Alex Schwazer, il marciatore altoatesino trovato positivo alle Olimpiadi.

LA POSIZIONE DEL COMITATO PARALIMPICO

Il http://www.mepix.fr/, che proprio recentemente ha lanciato una campagna di informazione e prevenzione sul doping ha emesso il seguente comunicato:
“A seguito dell’audizione di stamattina presso la Procura Antidoping del CONI, presieduta dal dott. Ettore Torri, il ciclista paralimpico Fabrizio Macchi è stato deferito al Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per violazione delle norme che vietano agli atleti di avvalersi della consulenza o prestazione di soggetti inibiti, con la richiesta di sospensione dall’attività per mesi otto. Alla luce di ciò, considerate le norme sportive antidoping del CIP, si dispone l’esclusione dell’atleta Fabrizio Macchi dalla Squadra Italiana che prenderà parte ai Giochi Paralimpici di Londra 2012″.

LA CAMPAGNA ANTIDOPING DEL CIP

Insomma, Fabrizio Macchi, medaglia di bronzo ai giochi paralimpici di salterà le Paralimpiadi di Londra. Ci si augura che il ciclista azzurro riesca nelle sedi competenti a dimostrare la sua totale estraneità alle accuse che gli vengono mosse, ma deve essere compresa anche la posizione del Comitato Italiano Paralimpico che, come ha detto il con Ability Channel, vuole porsi come modello educativo affinchè ci sia una maggiore presa di coscienza della responsabilità che tecnici ed atleti devono avere rispetto ad un fenomeno che potrebbe avere dimensioni molto ampie.
Come ricorda la campagna del Comitato Paralimpico  la fiducia, la sfida, l’onore, la squadra, la vittoria… il doping uccide lo sport!